sabato 16 novembre 2013

Scanzi

Andrea Scanzi - Non è tempo per noi 
quarantenni: una generazione in panchina

Inizio la nuova stagione di segnalazioni editoriali con un libro che mi 'ispira' particolarmente, sia perché stimo  molto l'autore, sia perché parla della mia generazione, e anche perché... beh sì, anche perché il titolo fa esplicitamente riferimento ad una canzone di Ligabue, di cui sono fun fin dai tempi di Balliamo sul mondo e di quel Non è tempo per noi (uscite quando noi quarantenni di oggi non avevamo neanche vent'anni): quel ritornello 'non è tempo per noi' mi è ritornato in testa appena ho letto il titolo e me lo ha fatto sentire subito familiare... d'altronde quante volte ci siamo identificati in questo slogan?
Per chi non avesse in mente la canzone di Ligabue o comunque volesse riascoltarla, eccola qua:

Ma torniamo al libro.
Sogni e tic, traumi e ambizioni degli aspiranti rottamatori che spingono, ma non troppo, alle porte del Paese. Cresciuti negli anni Ottanta, troppo giovani per il vinile ma troppo vecchi per la rete, i quarantenni di oggi sfoggiano miti così educati da passare inosservati: hanno sostituito Che Guevara con l'Uomo Tigre, Martin Luther King con il professor Keating de "L'attimo fuggente", la rivoluzione con la desolazione. Condannati all'equilibrismo, in perenne fuga per il pareggio, protestano, mugugnano, ma alla fine si assolvono. E si rassegnano al bordo campo, "come quei calciatori che entrano nei minuti di recupero e neanche toccano palla". Un ritratto impietoso e autoironico della "generazione di mezzo", più rottamata che rottamatrice, sdrucita prima ancora di diventare luminosa, di cui nessuno si permette di parlar male, tanto sembra di sparare sulla croce rossa. Allora se "non è tempo per noi", come in una canzone di Ligabue, "il complotto ce lo siamo fatti da soli. E vuol dire che ci va bene così. Perché è proprio la retrovia che ci piace: così possiamo lamentarci di quelli in prima fila che non si spostano mai e si tengono le luci della ribalta tutte per loro". Eppure un riscatto è possibile, anche per i nati negli anni Settanta. Forse. (da IBS)
Ma chi meglio dell'autore può parlarci del suo libro? E allora vi rimando a un intervista fatta a Scanzi da Il Fatto Quotidiano.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/15/libri-scanzi-

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