martedì 25 febbraio 2014

Mandela. Ritratto di un sognatore.

John Carlin - Mandela. Ritratto di un sognatore

Come corrispondente dal Paese africano, Carlin è stato testimone diretto della liberazione di Mandela e dell'ascesa alla presidenza in un Sudafrica ancora totalmente diviso. Ha seguito l'evoluzione politica del neopresidente, è stato testimone delle imprese che hanno cambiato la nazione. Basandosi su conversazioni esclusive e innumerevoli interviste con le persone più vicine a Mandela, Carlin racconta quegli anni di Mandela e ne fa un ritratto onesto e intimo.
Io, questo libro, l'ho cominciato per colmare una lacuna... Andavo ancora a scuola quando fu scarcerato, ho seguito la sua vicenda sì, ma sapevo di non averlo conosciuto... da giovani si segue la cronaca distrattamente... Quando è morto ho voluto raccontare a mia figlia chi era stato: è stato l'uomo che ha lottato contro l'apartheid e lo ha sconfitto, fino a diventare Presidente del Sudafrica... beh, un po' riduttivo in effetti come riassunto... mi sono resa conto che dalla scarcerazione all'elezione non ne sapevo molto, eppure dovevano esserci state delle tappe salienti. Insomma un libro cominciato per 'dovere' e divorato poi con passione. Ho scoperto un uomo di uno spessore e di un carisma che non immaginavo. Ritratto di un sognatore? Ma direi più di un ammaliatore, sì perché è questa la caratteristica saliente che ne emerge. Come ha fatto un uomo a sconfiggere l'odio che dilaniava un Paese, come ha fatto a farsi eleggere Presidente anche dei bianchi? Ma ce lo siamo mai chiesto? Mandela, in 27 anni di carcere, non ha coltivato l'odio e il sogno di vendetta; appena scarcerato ha cominciato a predicare la pace, a calmare i neri e a cercar di conquistare i bianchi. Rispettava l'avversario politico, non ha mai cercato di infangarlo, non voleva affondarlo, voleva portarlo dalla sua parte... (con quello a cui siamo abituati noi oggi in Italia, questo non può che stupirci!). "Mandela aveva carisma. Ispirava soggezione e ammirazione." "Possedeva una straordinaria empatia." Ecco, ha conquistato l'avversario grazie all'empatia! "Come strumento di potere, l'empatia è doppiamente utile, perché combina la generosità con la capacità di trarre dagli eventi un tornaconto politico. Interiorizzava le paure e le aspirazioni dei suoi nemici, faceva loro intendere che li capiva ed essendo in grado di mettersi nei loro panni, riusciva a conquistarne la gratitudine e la stima."
Mandela non era affatto un sognatore... "aveva i piedi per terra, conosceva il suo obiettivo e sapeva come raggiungerlo".
Mi chiedevo come mai l'autore avesse dato un sottotitolo così in contraddizione con queste sue stesse parole: in effetti il titolo originale non parla di un sognatore, è semplicemente "Knowing Mandela"!

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