giovedì 6 marzo 2014

8 marzo, un po' di storia


Ogni anno, l'8 marzo si celebra la giornata internazionale della donna (comunemente definita in modo improprio festa della donna), ma quale è l'origine di questa festa?
Nel secondo dopoguerra si diffusero  fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
In realtà l'origine della festa è più complicata e articolata, anche se è comunque legata alla storia delle battaglie operaie, delle rivendicazioni sindacali e dei partiti socialisti di primo novecento.
Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda nel 1907vennero discusse tesi sull'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne. Dopo il congresso, il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Fu così che negli Stati Uniti la prima giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909. Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910. Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnagie Hall, tremila donne celebrarono il Woman's Day.
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - GermaniaAustriaSvizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Quella data fu scelta perché in Germania, il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di Prussia fece molte promesse (che poi dimenticò) tra cui il diritto di voto alle donne. In Francia la manifestazione si tenne invece il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi.
Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. 
Però ci furono gli anni del fascismo, la seconda guerra mondiale, gli anni della guerra fredda e la ricorrenza non ebbe molto seguito fino agli anni settanta, quando il femminismo diede una nuova scossa alla coscienza delle donne. Nel '77 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò che ogni stato membro dovesse osservare una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» in un qualsiasi giorno dell'anno, in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
La prima comparsa della mimosa come simbolo di questo giorno fu l'8 marzo del 1946 su idea di Teresa Mattei.
(fonte wikipedia)

Oggi questa festa è spesso bistrattata, dalle stesse donne che a volte non apprezzano neanche il gesto simbolico di chi offre loro un rametto di mimosa... 
Se diventa un'occasione per uscire con le amiche e andare a vedere uno spogliarello maschile, allora certo non l'apprezzo neppure io, anzi mi sembra irriverente e dissacrante nei confronti di chi nei secoli ha lottato per i diritti delle donne. Ma se l'8 marzo resta quello che è, la commemorazione delle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e il simbolo della lotta alle discriminazioni e violenze di cui esse sono ancora oggetto in molte parti del mondo, allora sì: W l'8 marzo!

Vittime di discriminazioni e violenze in molte parti del mondo? E le violenze nella nostra parte di mondo, mi direte voi? Quando ufficialmente non esistono più discriminazioni e i diritti sono stati acquisiti a livello pubblico, sembra poi paradossale che ogni giorno le donne incontrino la violenza, il più delle volte proprio fra le mura domestiche... Ma questa è un'altra storia. 

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